UN TASSINARO A NEW YORK
La colonna sonora:
Piero Piccioni (Torino, 6 dicembre 1921 – Roma, 23 luglio 2004), autore di centinaia di colonne sonore per il Cinema e la TV, ha composto le gradevolissime musiche per “Un tassinaro a New York”, seguito di “Il tassinaro” del 1983. All’epoca la Cinevox Records pubblicò un 33 giri (MDF 33/182) contenente dodici tracce selezionate dall’autore, con una durata di minuti 35:29. Oltre ad essere ristampato per la prima volta assoluta su CD, abbiamo potuto accedere alla sessione di registrazione d’epoca, che ci ha permesso di scoprire altri 64 minuti inediti (versioni film e takes alternativi) che portano questa frizzante OST, alla notevole durata totale di quasi 100 minuti di materiale in stereo. Eleganti musiche romantiche e nostalgiche si alternano a travolgenti pezzi jazz, blues e funky in puro stile Piccioni. Per fini di ascolto, il compositore aveva incluso nell’album originale anche pezzi da altri film come “Mimì Metallurgico ferito nell’onore” e “Quelle strane occasioni”.
Regia e cast:
diretto nel 1987 da Alberto Sordi ed interpretato da Alberto Sordi, Anna Longhi, Dom DeLuise, Bruno Corazzari, Egidio Termine, George Gaynes, Sasha D'Ark, Mario Viggiano, Antonino Iuorio
La trama:
Una notte, Pietro Marchetti, un tassista romano, assiste all'assassinio di un importante uomo d'affari, appena disceso dal suo taxi: l’uomo è l'unico testimone di un delitto mafioso. Inseguito immediatamente in macchina dall'assassino, egli riesce, fortunatamente, a far perdere le sue tracce e non racconta, a nessuno, nulla di quanto è accaduto. Il giorno dopo parte, secondo i precedenti programmi, con la moglie Teresa per raggiungere a New York il figlio Francesco, che sta per laurearsi negli Stati Uniti. Pietro ha la sorpresa di venire arrestato dalla polizia americana, che però vuole solo proteggerlo dalla mafia, decisa ad ucciderlo. Il poliziotto italo-americano Favretto, in realtà, vuole usarlo come esca per attirare in trappola i mafiosi, e finisce col dirlo a Pietro, il quale accetta il grosso rischio, spinto dalla promessa di un buon posto di lavoro per il figlio. Pietro non potrà tornare per un certo periodo di tempo a Roma, come vorrebbe; Favretto gli fa dare un taxi, e, sotto falso nome, Pietro farà il taxi driver a New York.
UNA BOTTA DI VITA
La colonna sonora:
Siamo davvero lieti di pubblicare, per la prima volta assoluta, la OST del compianto amico Manuel De Sica (di cui in passato avevamo già stampato le sue OST da “Sette scialli di seta gialla” e “Dellamorte Dellamore”). Il M° De Sica ci diede il suo consenso ad includere la sua breve OST da “Una botta di vita” a quella del M° Piccioni, inoltre ci rivelò che la pellicola fu sonorizzata anche con svariati temi da “Un tassinaro a New York”, quindi questa accoppiata è semplicemente perfetta. Abbiamo utilizzato ogni nota registrata in stereo all’epoca (circa minuti 34:19) di una colonna sonora monotematica molto elegante. Emerge un ricorrente tema principale a samba che viene ripreso in versioni lente con differenti strumentazioni. Per i fans di Alberto Sordi, Piero Piccioni e Manuel De Sica, un doppio CD con una durata totale di 133:55.
Regia e cast:
diretto nel 1988 da Enrico Oldoini ed interpretato da Alberto Sordi, Bernard Blier, Vittorio Caprioli, Andréa Ferréol, Elena Falcheri, Maria Mercader, Christian De Sica, Alberto Sorrentino.
La trama:
Un anziano romano - Elvio Battistini - vive in un paese emiliano con figlia, genero e nipotini. Ma alla vigilia del Ferragosto resta solo, perchè i parenti sono andati in Grecia. Conosciuto Giuseppe Mondardini, coetaneo, più arzillo di lui (che tra l'altro ha una gamba di legno); i due pensano di far baldoria e partono con l’automobile di Mondardini, per Bordighera. Lungo la strada raccolgono Camilla una giovanissima e disinvolta ragazza. Mentre Elvio dorme, Mondardini punta deciso verso Saint Tropez. Dopo qualche battibecco, i due gustano uno spinello che Camilla ha offerto loro; si addormentano sulla spiaggia; si risvegliano in mezzo ad una colonia di nudisti; infine conoscono Germaine, una donna, che la sera prima, ha perso tutto al Casinò. Elvio, ubriacatosi, si infila nell'ascensore e poi nella camera di Germaine, vantandosi con l’amico le sue imprese amatorie, ma in realtà la bevuta lo ha fatto addormentare come un ghiro. I due, dopo una litigata, si separano. Elvio, per tornare a casa, sale su un pullman di turisti tedeschi, ma sull'Aurelia c'è una fila di macchine ferme: il povero Mondardini ha avuto un incidente, per fortuna non grave. Ed Elvio sale in ambulanza con lui, preoccupatissimo, per accompagnarlo all'ospedale, poichè ormai si è affezionato a quell'amico sornione e un poco stravagante.